3 dicembre 2018

20° CONVEGNO ANGAISA 2018

20° convegno ANGAISA


Giovedì scorso si è tenuto il 20° Convegno di ANGAISA, per la prima volta allo IULM Open Space di Milano. Mi ha fatto effetto cambiare location ma la precedente sembra che non andasse più bene visto che negli anni il numero dei partecipanti è aumentato costantemente.

Circa 600 persone affollavano un’aula molto attenta agli interventi proposti  dai relatori e legati fra di loro da un fil rouge. E in effetti alcuni termini sono stati pronunciati più e più volte nei vari interventi e analizzati da diverse angolazioni.

Innanzitutto gli INVESTIMENTI. Sembra che le aziende che sono cresciute di più negli ultimi anni sono state quelle che hanno puntato su marketing, comunicazione e digitalizzazione.

In particolare la DIGITALIZZAZIONE è stata al centro dell’attenzione del Convegno, anche se Angaisa ha dovuto constatare che molti imprenditori la vivono ancora come un’opzione rinunciabile. Personalmente ritengo che con la fatturazione elettronica si farà un salto significativo (se pur forzato) in questa direzione, sperando che contribuisca a far cambiare l’atteggiamento culturale necessario per stare al passo con la Digital Trasformation.

Un’altra parola chiave è stata COMUNICAZIONE. Tanto per fare un esempio, il Presidente di Confindustria Ceramica ha sottolineato la  necessità di comunicare la maggiore igienicità e garanzia di salubrità che offre la ceramica rispetto ai nuovi materiali che le stanno facendo concorrenza, anche con campagne sui social. Vanno comunicati anche gli sforzi compiuti nella riduzione dell’impatto ecologico perché la SOSTENIBILITA' è un altro elemento chiave del fare impresa, particolarmente caro ai Millennials


Esilarante e incisivo l'intervento del Prof. Bubbio, che pur occupandosi di economia aziendale spazia sempre a 360 gradi per dare agli imprenditori gli input necessari a sostenere economicamente le proprie imprese. Bubbio ha ricordato che solo chi ascolterà il cliente finale, ovvero la Signora Maria Google riuscirà a sopravvivere perchè si sta passando sempre di più dal B2B al C2C dove tutte le decisioni di acquisto saranno sempre più in mano al cliente finale con il passaggio di informazioni da Consumatore a Consumatore. Memorabile la passeggiata sul palco del Professore mentre imitava un’improbabile (ma neanche troppo) Chiara Ferragni che con lo smartphone inquadrava il water del suo bagno consigliandolo ai propri follower.

Per il professore in questo scenario solo la tecnologia dà una speranza. E se gli installatori termoidraulici non arriveranno all’Internet of Things lo faranno quelli elettrici e loro si limiteranno a collegare dei tubi. A discapito di tutto il settore.

Un altro argomento trasversale è stato la capacità di fare SISTEMA fra le parti in un mercato dove l’offerta è affollatissima e c’è un altissimo tasso di competizione. Poiché ognuno cerca di erodere quote di mercato ad altri (e questo vale in tutti i settori perché la società ormai è liquida) o si compete sul prezzo, o si dà un pacchetto di prodotti, oppure il prodotto diventa la scusa per erogare un servizio che si paga al consumo. La distribuzione è più votata alla seconda soluzione, quella del pacchetto, ma per costruirlo bisognerebbe risolvere il problema di assemblare una proposta finale chiavi in mano che faccia risparmiare al cliente tempo e cirrosi da stress. Per fare questo qualcuno dovrà assumere la regia, e se non ci penserà la distribuzione potrebbe pensarci l'industria perché per farlo in maniera efficace ed efficiente a mio avviso serve un elevato tasso di tecnologia con la quale la distribuzione ha ancora poca dimestichezza. 

Un altro concetto che è emerso molto frequentemente ed in particolare con Lorenzo Bellicini del CRESME è stato quello della TERRITORIALITA', perché con la crisi demografica ci sarà una forte competizione fra città e fra territori, e questi ultimi andranno conosciuti nel dettaglio per capire il tipo di mercato che si ha di fronte. 
Inquietante l’ultimo intervento del Presidente della Società Metereologica Italiana che ha messo in guardia dall’aumento di temperatura del pianeta a causa dell’effetto serra. Se all’aumento di temperatura sommiamo l’inquinamento per i rifiuti prodotti e il sovrautilizzo delle risorse idriche ed elettriche, verso il 2100 la specie si estinguerà perché il pianeta aumenterà la temperatura di 5 gradi.
Chiaramente tutti ci auguriamo che si trovino soluzioni che scongiurino questo pericolo e che ognuno di noi faccia la propria parte.
Nel frattempo però l’investimento per il rinfrescamento diventerà più importante rispetto a quello per il riscaldamento, perché il caldo sarà la cifra del futuro. E se poco prima Lorenzo Bellicini, parlando di abitazioni, aveva invitato la platea a fare più figli per rendere l’economia sostenibile e contrastare l’invecchiamento della popolazione, il metereologo ha spiegato che a livello mondiale dovremmo proprio smettere di fare figli perché, paradossalmente, l’estinzione della specie sarà più probabile se continueremo a farne con questo ritmo depauperando il pianeta. 

Nell’attesa della catastrofe concluderei con una opinione personale. Il settore della distribuzione termoidraulica a mio avviso è molto autoreferenziale e basato ancora su logiche da old economy. Ma il mondo intorno sta cambiando, e la minaccia arriverà da fuori, da sopra, da sotto e da lato, e sarà così per tutti i settori dell’economia che continueranno a guardare solo al proprio interno. E l'ESTINZIONE del settore come lo intendiamo adesso potrebbe arrivare molto prima di quella prevista per l’Homo Sapiens.


1 commento:

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