La fatturazione elettronica è alle porte e le imprese, chi più e chi meno, si stanno preparando al countdown di inizio anno. Ma nelle operazioni preparatorie si stanno già vedendo gli effetti che ci saranno sull’organizzazione aziendale.
A parte l’impatto
iniziale e gli intoppi dei primi mesi personalmente credo che la fatturazione
elettronica sarà una grandissima
opportunità, tanto che mi sono ritrovata a pensare “ma guarda che fortuna
che sia arrivata una sveglia così forte a segnare il passo verso la Digital
Transformation!”.
Questo perché in molti
casi bisognerà ridisegnare i processi
aziendali e mi risulta difficile pensare che le aziende più strutturate non
riescano a beneficiarne, soprattutto nel ciclo passivo dove ci sono maggiori
possibilità di incrementare l’efficienza.
Innanzitutto è
necessario aprire un dialogo fra le
diverse funzioni aziendali perché pensare di traslare sul digitale i
processi tradizionali vorrebbe dire perdere una grandissima opportunità.
Oltretutto in molti casi non sarà neanche tecnicamente possibile e per una
volta è molto più probabile che saranno le altre funzioni a doversi adeguare
alle necessità dell’amministrazione e non viceversa.
La fatturazione
elettronica infatti costituisce un processo trasversale che finirà per
interessare, tra gli altri, amministrazione, logistica e finanza, senza
tralasciare il coinvolgimento dell’ufficio legale o di quello del personale, passando al setaccio come un pettine molte
procedure consolidate che dovranno essere riviste su più fronti.
Inoltre con la fatturazione
elettronica farà partire un processo che speriamo faccia venire l’appetito di digitalizzazione agli
imprenditori più avveduti e che aiuti ad andare avanti su questo percorso
una volta che si sarà toccato con mano l’utilità di perdere inutili quantità di
tempo a passarsi documenti di carta e quadrare fogli di excel.
Certo, se penso ai risvolti che questo avrà sull’occupazione
mi vengono i brividi. L’automazione impatterà fortemente su alcuni compiti più
operativi e a basso valore aggiunto, e non tutti i dipendenti saranno pronti a
diventare dei data scientist con lo spirito critico necessario per interpretare
i dati che avranno a disposizione.
Dati che per le
aziende meno organizzate potrebbero essere utilizzati
(direttamente o tramite il commercialista) per il controllo di gestione una volta che sono stati
impacchettati, belli e pronti per essere inviati all’Agenzia delle Entrate.
Si aprono quindi nuovi
scenari, probabilmente più positivi per gli imprenditori (malgrado i costi iniziali
e gli sforzi aggiuntivi richiesti) e meno per i dipendenti, ma pensare di
arrestare questo processo è assolutamente inutile. Meglio cercare di adeguarsi.
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