“I diamanti sono i
migliori amici delle donne” cantava Marilyn Monroe nel ‘53 ma sembra che negli
ultimi anni i gusti femminili in fatto di amicizia siano un po' cambiati.
Il “solitario” non affascina più come un tempo e la concorrenza sempre più temibile
dei diamanti sintetici identici a quelli estratti in miniera si fa sentire
sempre di più.
Invece non ho potuto
fare a meno di ricordare l’ammonimento di un famoso gemmologo quando sono
passata davanti alle vetrine di China Town, ovvero di stare attenti ad
acquistare prodotti in quelle oreficerie perché
in alcuni casi i diamanti sono di dubbia provenienza.
E proprio per
risolvere questo tipo di timori che due big dei diamanti come De Beers e la
russa Alrosa hanno deciso di fare un’unica
blockchain per la tracciabilità del prodotto. La famosa tecnologia resa
celebre dalle criptovalute si presta perfettamente a certificare le
caratteristiche e la storia di un diamante, dalla miniera al dito della moglie,
dando la possibilità di conservare in modo sicuro ogni informazione e
transazione.
Una sorta di pedigree del diamante che darà garanzia
di tracciabilità ma che mi domando come possa combaciare con le esigenze di
privacy di alcuni acquirenti che utilizzano i brillanti per fare regali non proprio
pubblicizzabili.
Di positivo ci sarà
che la blockchain dovrebbe aiutare nella lotta ai cosiddetti “diamanti
insanguinati”, ovvero i diamanti
estratti in zone di guerra e venduti, in genere clandestinamente, per
finanziare un’insurrezione o per sostenere le attività di un Signore della Guerra.
La questione di carattere etico infatti è l’altro principale motivo
per cui le persone si sono disinnamorate dei diamanti, visto che la lotta a
questo tipo di attività iniziata circa 20 anni fa non ha dato i risultati
sperati.
Personalmente ai
diamanti preferisco la bigiotteria di qualità. Magari quelli sintetici daranno
la possibilità a persone poco attratte come me di poter acquistare un buon
prodotto ad un prezzo accessibile, anche se penso che come tipo di mercato potrà affiancarsi e non sostituirsi a
quello dei diamanti veri che probabilmente rimarrà per una ristretta
nicchia di nostalgici per i quali un diamante (vero) rimarrà comunque per
sempre.
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