Finisco di guardare le
cifre del budget e ogni volta che riapro un file e controllo un totale mi
vengono in mente tutte le riunioni, le discussioni, i brindisi pre-natalizi, le
incazzature e le puntualizzazioni che ci
sono state dietro ad ogni numero.
E’ impressionante
pensare a quante emozioni può
racchiudere un numero se si ripensa a tutte le gioie e le difficoltà che si
sono affrontati per arrivare ad ottenerlo!
Altre ce ne saranno nel
percorso che va sino all’approvazione finale, quando si aggiungeranno altri
pezzetti di storia da parte di chi vedrà
il numero da un altro punto di vista, senza necessità di soffermarsi a pensare
(pur sapendolo o intuendolo) a quante versioni e rivisitazioni ha avuto quel
numero prima di arrivare sino a loro. Così per tutti i passaggi che ci sono
stati sino all’ultimo, quello definitivo che mette la bollinatura.
Quando vedo, intuisco,
o mi accorgo che un numero è stato “buttato con i dadi” mi rammarico
moltissimo. Allora mi armo di santa pazienza e cerco di fare capire alla
controparte che il numero deve essere
l’espressione di un ragionamento e che non serve a me che già lo conosco,
ma serve a chi lo deve affrontare con la propria mente per poi sputare fuori il
frutto del suo pensiero, delle sue valutazioni, dei suoi obiettivi e della sua
voglia di fare l’anno successivo.
E se mi sento dire
“Vabbè, quel numero non l’ho messo tanto in fin dei conti cosa incide”, vado a
spiegare che bastano 4 o 5 persone che la pensano così e ci si ritrova a
valutare un documento finale che è soltanto carta straccia.
Nello stesso tempo se
mi trovo di fronte a chi vuole spaccare
il capello in un modo che pare eccessivo pure a me che sono una precisina con
il gusto sadico della quadratura, devo ricordare che non dobbiamo fare i
farmacisti o trovare la formula della bomba atomica, l’importante che il numero sia sufficientemente veritiero e ragionato.
Perché a cercare di fare i perfezionisti a tutti i costi finisce che ci si
aggroviglia in ragionamenti astratti e IN ipotesi da Mago Otelma e ne viene
fuori un numero talmente stiracchiato da crollare al primo soffio di vento.
A volte mi accorgo che
c’è qualche euro che sballa a fronte di alcuni milioni. Probabilmente è un arrotondamento sbagliato
che si è insinuato nelle pieghe del processo, e non voglio perderci tanto tempo
a cercarlo ma è lì che svetta e si nota,
allora cerco di nasconderlo colorandolo dello stesso colore della cella,
sapendo che la volta successiva me lo ritroverò di nuovo fra le scatole e non mi
ricorderò più come mai l’ho “martellato”.
Per fortuna che il
giorno dopo riguardando il lavoro a mente fredda mi accorgo che andava tutto
bene. E i numeri mi sorridono beffardi
quasi a ricordarmi che quando sono troppo stanca è inutile che mi ostini a
quadrarli, molto meglio lasciarli decantare durante la notte e ritornarli ad
osservare il giorno successivo con l’occhio riposato di chi vede l’inghippo che
non aveva notato la sera prima.
Perché alla fine, i
numeri…….. hanno sempre ragione loro.
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